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Tecnosauri. Le vecchie pubblicità informatiche

Laura Ceridono

Laura Ceridono

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Ricordi? Avevi uno sfavillante Commodore 64 ed eri il più figo della scuola: i tuoi amici facevano la fila per venire da te a giocare a M.U.L.E. e nel tuo cielo splendeva sempre il sole, a 16 colori. Poi arrivò l’Amiga500, tutti i tuoi amici corsero a casa del compagno di banco ad ammirare le strabilianti ambientazioni fantascientifiche di Alien Breed e ti ritrovasti solo, a togliere la polvere dalle tue cassette magnetiche.

Nulla è più effimero della modernità, e il prodigio moderno di oggi è la reliquia tecnologica di domani. Dovrebbero ricordarselo gli art director e i creativi pubblicitari prima di annunciare roboanti primizie informatiche destinate a diventare obsolete in un battito di click.

Con un misto di imbarazzo e tenerezza, vediamo allora alcune delle fantasiose pubblicità usate negli anni 70 e 80 per annunciare un futuro che, puntualmente, non è mai arrivato.

Il destino è sempre diverso da come ce lo eravamo immaginati, per fortuna…

1. Tu is megl ke uan

“Due byte sono meglio di uno”, ovvero: la rivincita dei nerd. Erano gli anni 80 e, per incredibile che possa sembrare, gli occhialuti e timidissimi maghi del computer erano diventati, a modo loro, dei sex symbol. Ogni epoca ha gli idoli che si merita… A proposito, quel sirenetto che vedi all’inizio del post sdraiato su un PC è proprio lui, il caro vecchio Bill Gates. Nerd e rubacuori (e in procinto di diventare multimilionario), come non amarlo?

2. Datemi 10 MB e solleverò il mondo

Chi non pagherebbe 3.000 dollari per un hard disk da 10 MB? Se nella mia prossima vita rinasco come genio del marketing dovrò ricordarmi di non usare mai dati e cifre nelle pubblicità. Alcune bugie possono attraversare indenni la storia, ma 10 MB? Suvvia.

3. Due cuori e un diagramma

Che scenetta di idilliaca serenità familiare: una mogliettina adorante e un marito che scarabocchia quattro righe colorate su un monitor, fingendo che abbiano senso. In realtà sta pensando: “perché non posso giocare a Space Invaders?”.

4. Il mondo in una scatola

Ogni epoca ha le preoccupazioni che si merita: oggi ci domandiamo con angoscia se sia meglio un tablet Android da 7 pollici o un iPad 2 dal peso di 600 grammi. Nel 1976 per avere un computer “portatile” ci si doveva preoccupare di trasportare un telefono della Sip, un monitor minuscolo e una tastiera ridicola dentro un’enorme, e pesantissima, valigia. Quanti progressi in più da allora, e quanto peso in meno! Ma stai sicuro di una cosa: tra 20 anni  la gente si farà grandi risate guardando le foto dei nostri iPhone…

5. Non tutte le pubblicità vengono per nuocere

E dopo tanti tecno-orrori, chiudiamo in bellezza con quello che molti definiscono il miglior spot di tutti i tempi. L’anno era il 1984, il prodotto da lanciare era il primo Mac (il mitico128K) e la regia era di Ridley Scott. Lo spot reinterpretava il celebre Grande Fratello creato da George Orwell nel libro 1984. Non credo ci sia altro da aggiungere. Eccolo, in tutto il suo splendore:

Questi erano i nostri tecnosauri di ieri. Chissà di cosa rideremo domani…


Laura Ceridono

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