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Fare musica con il computer: quali programmi mi servono?

Pier Francesco Piccolomini

Pier Francesco Piccolomini

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Fare musica con il computerQuella dell’informatica applicata alla musica è un’industria ipertrofica, che sforna nuovi prodotti quasi ogni giorno e nella quale la libera concorrenza dà frutti dolcissimi: i software migliorano, i prezzi si abbassano.

Di questo desiderabile stato di cose gode il musicista, che sguazza da tempo in un’offerta sterminata di sequencer, virtual synth, amp emulator, campionatori, editor audio e altre sublimi diavolerie. Ed è ormai cosa comune trovare programmi fantastici a prezzi di saldo.

L’esempio più fragoroso è Logic Studio (ex Logic Pro, il gioiello di Emagic comprato da Apple nel 2002), che nel passaggio dalla versione 7 alla 8 decuplicò la dotazione e la qualità tecnologica e dimezzò il prezzo (e perse l’odiosa protezione con la dongle key, che costringeve gli utenti a sacrificare una preziosa porta USB durante l’uso).

Andiamo quindi a dare un’occhiata alle meraviglie di cui il musicista 2.0 può servirsi per suonare, registrare, appuntare idee, mixare, editare e masterizzare la propria musica. Facciamo però una premessa: per usare la maggior parte del software che passeremo in rassegna è necessario un computer abbastanza potente (soprattutto per evitare, maneggiando file audio, il problema della latenza) e un’interfaccia audio esterna di buona qualità. Hai tutto? Sì? Allora è il momento di costruire la DAW (Digital Audio Workstation) dei tuoi sogni.

Il sequencer

È il cuore della postazione del musicista digitale che vuole creare musica con il PC o col Mac. Un sequencer è una raccolta di strumenti che servono a registrare musica, editarla, mixarla ed esportarla. Pro Tools è il primo nome della categoria che viene alla mente, ma esistono molti altri pezzi da 90. Innanzitutto c’è Logic Studio, che offre decine di strumenti di qualità top e librerie di campioni da mille e una nota. Il difetto che di solito gli si riconosce è una certa farraginosità, soprattutto nel reparto MIDI. Questo vuol dire che prima di riuscire ad usarlo con cognizione di causa bisogna passarci un po’ di tempo. Ne esiste anche una versione light, Logic Express, che costa ancora meno e ne condivide il “motore interno” e parte degli strumenti. In realtà di light ha poco, visto che è più che sufficiente per qualunque utente semi-pro.

Ableton Live

Ableton Live (disponibile per PC Windows e per Mac) è invece un sequencer con caratteristiche tutte sue. In molti (tra cui io, che lo uso da molti anni) lo considerano un vero e proprio strumento musicale. Oltre alle caratteristiche del sequencer classico ha una serie di feature e di strumenti che lo rendono un perfetto strumento per suonare dal vivo e per comporre.

L’interfaccia di Live è totalmente 2D, il che risparmia tanto lavoro grafico ai processori del computer che possono dedicarsi a ciò che conta: il suono. Oltre ad avere in dotazione una gran quantità di campionatori, synth ed effetti professionali (il termine è abusato, ma è di questo che si tratta), Ableton Live è facile da usare, ed è il miglior alleato della creatività.

Se devi prendere appunti, provare 20 arrangiamenti diversi per un ritornello, cambiare tempo o pitch a una traccia o a un’intera canzone, puoi farlo in pochi click. Live è uno strumento essenziale per qualunque musicista, dal rocker allo sperimentatore elettronico passando per il jazzista e il cantautore, ma per i DJ è addirittura imprescindibile. Prova a dare un’occhiata ai palchi dei disk jockey: ci troverai sempre un Mac e Ableton Live. Ci puoi scommettere. La demo del programma dura 30 giorni e non ha limitazioni. Non ha senso perdersela.

Se sei più orientato verso sequencer tradizionali potresti provare Adobe Audition (disponibile anche per Mac), che è un buon compromesso tra immediatezza d’uso, qualità della dotazione ed usabilità. In alternativa c’è REAPER (per PC Windows a 32 bit e a 64 bit e anche per Mac), che sta facendo passi avanti versione dopo versione e a cui fa piacere dare una chance.

FL Studio

Infine, se hai una vocazione dance, FL Studio (un tempo conosciuto come Fruity Loops) potrebbe fare per te. In realtà il programma è ormai un sequencer tout-court, ma la filosofia che ne sta alla base lo rende particolarmente adatto alla scrittura e all’arrangiamento di musica da discoteca.

Amp simulator ed effetti per chitarra e basso

Un tempo per ottenere il suono di una Les Paul attaccata ad un JCM 800 dovevi avere una Gibson Les Paul e un Marshall JCM 800. Il che vuol dire: un sacco di soldi. Se poi volevi gingillarti con effetti analogici degni della tua chitarra e della tua testata e cassa dovevi comprare pedali esoterici costosi (e non sto parlando dei Boss, ma di Fulltone, T-Rex e pedali di boutique vari), ed erano altre stangate al portafogli. Oggi invece ampli, cabinet, effetti, microfoni sono diligentemente emulati tramite algoritmi sofisticatissimi, che ti permettono di avere nel computer una strumentazione da centinaia di migliaia di euro.

La israeliana Waves ha fatto un buon lavoro con GTR3 (25 amplificatori per chitarra, 7 per basso, 29 casse passive, 26 stomp box, tutti blasonatissimi), e l’italiana IK Multimedia ha fatto meglio con AmpliTube, di cui esistono ormai tante versioni “a tema” tra cui AmpliTube Jimi Hedrix, AmpliTube Metal e AmpliTube Fender. Acquistando un apposito adattatore (lo Stealth Plug) puoi anche usare la versione di AmpliTube per iPhone e iPad, sorprendentemente efficaci. Questo gioiellino tricolore è docile con le risorse di sistema ed ha una palette di suoni distorti tra i migliori in circolazione, ed è flessibilissimo.

Guitar Rig

Al vertice della categoria, però, c’è ancora Guitar Rig della tedesca Native Instruments, una software house che produce ogni sorta di strumento virtuale e che, puntualmente, stabilisce gli standard della categoria. Il pacchetto è talmente vasto da far girare la testa: decine di ampli, effetti rack, cabinet storiche di cui puoi scegliere le dimensioni dei coni e della cassa, splitter del segnale che consentono catene di effetti in parallelo e ogni sorta di ben di Dio tutto racchiuso in un’interfaccia bellissima.

La dotazione è generosa anche per i bassisti, anche se per loro il miglior software per ora resta Ampeg SVX della IK Multimedia, che emula, appunto, una serie sterminata di classici amplificatori e casse della storica Ampeg, un marchio americano che ha fatto la fortuna di schiere di bassisti rock negli ultimi 60 anni.

Synth virtuali

Che emulino vecchi sintetizzatori vintage classici (Moog, Fender Rhodes, Wurlitzer, organo Hammond…) o che siano proiettati verso il futuro più remoto, i synth sono una risorsa per tutti i musicisti. Tramite controller MIDI (ad esempio quelli della M-Audio , recentemente acquisita da Avid) hai infatti a disposizione una palette di suoni infinita. Un buon investimento per chi desidera una collezione di synth, campionatori, drum machine ed effetti assortiti di grande qualità ad un prezzo ragionevole, la svedese Propellerheads offre un programma che è diventato uno standard del settore: Reason.

Reason

Il bello di quest’applicazione modulare è l’elasticità: cliccando sul tasto Tab del computer hai infatti a disposizione la parte posteriore di tutti i moduli del tuo rack, decine di input ed output  che puoi connettere come ti va con dei cavi jack virtuali. Hai presente Keith Emerson e il suo gigantesco Moog? Ecco, Reason è una cosa del genere. Insomma: divertimento assicurato, e suoni di questo e dell’altro mondo.

Massive

Se vuoi un sintetizzatore singolo ma dalla potenza devastante potresti invece provare Massive, una miniera di suoni moderni di cui hai il pieno controllo, e che vanno da bassi sintetici poderosi a pad soffici ed aerei passando per lead di ogni fattura. Come spesso accade per i virtual synth, c’è tanto la versione stand-alone quanto quella in formato VSTi, AU e RTAS, che si integra nel  tuo sequencer. Un solo accorgimento: è molto esoso in termini di RAM.

E per i DJ?

Anche qui serve una premessa: per poter sfruttare i software da DJ è decisamente meglio possedere un controller specifico, possibilmente di buona qualità, come quelli prodotti dalla Hercules. Gestire l’intera interfaccia con mouse e tastiera, infatti, è decisamente complicato, praticamente impossibile. Ma per quanto riguarda il software?

Be’, anche a chi ha voglia di far ballare la gente l’informatica ha molto da proporre. Per chi muove i primi passi potrebbero essere indicati Pioneer Pro DJS o Virtual DJ, completo ma semplice desk da disk jockey in italiano, che gestisce bene tutti i formati audio classici e che è perfetto per imparare i rudimenti del mestiere.

Traktor

Una volta presa la mano, il passo quasi obbligato è Traktor, della onnipresente Native Instruments. Gli algoritmi di time detection sono allo stato dell’arte, gli effetti integrati eccellenti e la gestione della libreria musicale pensata con intelligenza. L’interfaccia a 4 deck è bella e razionale (ma non semplice!) ed è compatibile con praticamente tutti i controller hardware in commercio.

Sibelius

Infine, per scrivere la tua musica su spartiti citiamo la scelta numero uno: Sibelius, il programma di notazione musicale professionale per compositori di ogni livello. Si integra con il sampler Reaktor, quindi (se hai tutte le librerie installate) hai a disposizione una preview mozzafiato di ciò che scrivi, fosse anche una sinfonia per 90 elementi. Davvero un bel gioco.

Là fuori, però, ci sono migliaia di altri strumenti per fare musica. Tu quali usi, e perché?

Pier Francesco Piccolomini

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