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Tutela della privacy: meglio Facebook o Google Plus?

Pier Francesco Piccolomini

Pier Francesco Piccolomini

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Facebook contro Google PlusPrivacy e social network sono i classici separati in casa. Non possono prescindere l’uno dall’altro, ma il rapporto è molto, molto complicato. Facebook in tal senso è stato sempre un sorvegliato speciale. Nel tempo ha fatto qualche concessione, ma gli utenti scettici sul modo in cui i dati vengono gestiti dalla grande F blu restano tanti.

In questo clima si è inserito Google+, un “super social network” nuovo ma che, riguardo alla questione privacy, si porta sul groppone la complicata eredità di Google.

Ce n’è abbastanza, è chiaro, per cercare di capirci qualcosa di più. Mettiamo dunque a confronto gli strumenti che Facebook e Big G offrono agli utenti per proteggere la loro vita privata.

Impostazioni della privacy

Impostazioni privacy Facebook

Facebook ha una dashboard semplice, che offre un colpo d’occhio su chi può vedere cosa del tuo profilo. Di default le impostazioni selezionate sono quelle stabilite da Facebook (ne parliamo meglio più avanti). Se vuoi decidere tu come organizzarle devi fare click sul tab Personalizzata e editare a tuo piacere. Tra l’altro puoi scegliere se condividere i contenuti che pubblichi con i soli amici, con gli amici degli amici o con specifiche persone.

Impostazioni privacy Google

La pagina dedicata alle impostazioni della privacy di Google+ è molto più articolata, ma ogni punto è spiegato con chiarezza. L’editing dei settaggi ti mostra esattamente quale parte del tuo profilo stai modificando. Con Gestione delle cerchie stabilisci che può vedere i tuoi post e i tuoi update. Il controllo di questo aspetto è quindi piuttosto dettagliato.

Impostazioni di default

La differenza più evidente tra i due social network riguarda questo aspetto. Facebook infatti, come configurazione predefinita, consente a chiunque l’accesso al tuo status, alle foto, ai tuoi post e alle informazioni sullo stato sentimentale e di parentele. La cosa sorprendente è che questa impostazione è quella consigliata.

Anche le preferenze di condivisione relative alle applicazioni sono amplissime, quindi è bene dare un’occhiata alla pagina Applicazioni e siti Web e verificare se tutto è come si vuole che sia.

Google+, invece, ti fa scegliere le impostazioni di privacy durante la creazione del profilo, ed è un approccio molto più cristallino perché garantisce una completa consapevolezza su cosa sarà della tua social-vita fin dal suo inizio.

Le foto

Foto

Ad alcune persone non piace l’idea di essere taggate. Ogni volta che qualcuno su Facebook lo fa, queste persone devono affrettarsi a de-taggarsi manualmente. Anche Google+ consente di default alle persone delle tue cerchie di taggarti, ma tu puoi decidere che sia necessaria la tua approvazione. Questa sembrerebbe una scelta più onesta di quella di Facebook, e ti evita potenziali imbarazzi che sono sempre in agguato.

Conclusioni

Le impostazioni di privacy di Facebook sono cambiate molto nel corso degli anni, e col tempo sono migliorate (a parte lo scivolone post-restyling), ma crediamo vada fatto di più. I tanti utenti che hanno poca confidenza con la tecnologia, infatti, sono spesso inconsapevoli di come i loro dati vengano gestiti, e di quanta parte della loro vita sia di pubblico dominio.

In Google+, invece, il problema non sembra porsi. Non solo: la gestione della privacy è alla portata di tutti, perché ogni parametro è spiegato con un linguaggio semplice. Naturalmente Google+ è ancora “giovane”, e quindi sotto osservazione. L’inizio però promette bene.

Probabilmente questa trasparenza è stata studiata proprio per cercare di intercettare chi usa Facebook ma è scontento della vulnerabilità della propria vita privata. Se così fosse, la mossa potrebbe essere vincente.

Pier Francesco Piccolomini

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