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Skype: e adesso?

Skype: e adesso?
Pier Francesco Piccolomini

Pier Francesco Piccolomini

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Skype è ancora un programma all’avanguardia, o è diventato obsoleto? Qual è la situazione del mercato della telefonia fondata su IP? E cosa ha in mente Microsoft? Abbiamo analizzato la situazione, e la risposta non è semplice.

Lo confesso: uso Skype solo quando, per qualche motivo, non posso usare Facetime, i server di Viber sono congestionati e la persona con cui voglio parlare non usa Tango. In poche parole, è la mia quarta scelta.

Viber logoI motivi? Facetime è molto più rapido da usare, Viber è più semplice e Tango funziona meglio. La maggior parte delle persone che conosco ha, come me, relegato Skype ad un programma di backup per chiamate e videochiamate, da usare solo in caso altre opzioni non siano praticabili.

Eppure Microsoft ha pagato 8 miliardi e mezzo di dollari per comprare  l’azienda, due anni fa. Ma perché l’ha fatto? Per ora è difficile dirlo. È vero che con questa gigantesca acquisizione Microsoft si aggiudica il controllo del 30% del traffico voce mondiale. Ma c’è un altro dato da considerare: questo tipo di comunicazione si sta rapidamente contraendo. In altre parole, la gente che usa lo smartphone o il computer per parlare è sempre di meno.

Questo vuol dire che, con Skype, Redmond domina un mercato che però genera sempre meno introiti. A farla da padrone oggi, infatti, non è più la telefonata, ma il messaggio scritto. E questo è evidente anche semplicemente osservando ciò che quotidianamente noi stessi facciamo.

Gli auguri di compleanno sono un messaggio su Facebook. Gli appuntamenti si prendono via WhatsApp. Ai colleghi parliamo via email. E se è vero che anche Skype permette di inviare messaggi di testo, non dobbiamo dimenticare che il programma, nella mente degli utenti, è posizionato come mezzo per parlare e videochiamare.

Non solo. I client Skype per dispositivi mobili sono arrivati sul mercato tardi, quando già la concorrenza aveva fatto piazza pulita. E per giunta funzionano mediamente maluccio, sono molto (troppo) tradizionali e l’usabilità non è un granché. I numeri lo confermano: gli utenti attivi che usano Skype da smartphone diminuiscono, laddove Viber cresce e WhatsApp spopola.

C’è anche un altro dato interessante. Effettuando una semplice ricerca con Google Trends, si scopre che il termine Skype viene cercato massicciamente in due aree del mondo, l’Africa orientale e la zona che include Pakistan, Afghanistan e Sri Lanka. E molto meno altrove.

Mappa ricerca Skype

Probabilmente Skype è il programma di elezione degli immigrati provenienti da quei paesi per comunicare con i loro parenti restati in patria. È infatti vero che gli internet point hanno proprio Skype come prima scelta per le videochiamate. Un pubblico vasto, è vero, ma probabilmente molto conservatore da un punto di vista tecnologico, e mediamente anche poco informatizzato, che non giustifica un esborso come quello di Microsoft per comprare Skype.

In questo quadro, inoltre, Redmond decide anche di rimpiazzare con Skype il suo gioiello di famiglia, Messenger, che al tempo contava su una base di utenti tripla rispetto a quella del programma appena acquisito.

Lync13LogoE il mistero si infittisce ancora di più quando pensiamo che Microsoft possiede già anche Lync, un ottimo programma di comunicazione integrato in Office, che offre tutto quello che offre anche Skype (IM, chat vocali anche multiple, chat video, desktop sharing, bridging telefonico), ma che per molti aspetti funziona meglio. Un doppione bello e buono.

Cosa possiamo aspettarci, quindi? Difficile dirlo, ma la risposta più logica sarebbe: una fusione di Skype e Lync. Magari un ibrido, che garantisca sia all’utenza business (a cui Lync si rivolge) che a quella consumer un prodotto che sia al passo con il mercato e che funzioni bene. Staremo a vedere.

Se vuoi saperne di più, leggi il nostro speciale per il decimo compleanno di Skype e ripercorri le tappe della sua storia.

Pier Francesco Piccolomini

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