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I segreti di MonkeyParking, la chiacchierata app per vendere il parcheggio

I segreti di MonkeyParking, la chiacchierata app per vendere il parcheggio
Daniel Barranger

Daniel Barranger

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MonkeyParking è un’app che ti permette di mettere il parcheggio per strada all’asta e di comprarne uno. Ma come si usa? E perché sta suscitando tanto clamore? Lo abbiamo chiesto al CEO Paolo Dobrowolny.

Immagina che stai cercando disperatamente parcheggio intorno al cinema da 10 minuti. L’ora dell’inizio del film si sta avvicinando e la tua ragazza, che ha già comprato i biglietti dello spettacolo delle 20,30, ti sta aspettando davanti all’ingresso.

Segui ogni pedone nella speranza che entri in macchina e lasci libero un posto. Giri in tondo intorno all’isolato, speri, preghi… ma alla fine nulla! Le possibilità sono due: rinunci e torni a casa, oppure parcheggi la macchina male, passando tutto il film in tensione, senza sapere se all’uscita ti troverai una multa sul parabrezza o no. In questi casi, quanto pagheresti per avere un bel parcheggio?

A questa domanda risponde MonkeyParking, l’app ideata da Paolo Dobrowolny, Federico Di Legge e Roberto Zanetti che ti permette di sapere chi sta per lasciare libero un parcheggio e di fare un’offerta per prenderlo tu, così come di vendere il tuo posto prima di lasciarlo.

Lanciata a Roma un paio di anni fa per iPhone, all’inizio si basava su un sistema di “crediti banana” guadagnati da chi usava l’app per scambiarsi un parcheggio e barattabili con pop corn al cinema. Da aprile 2014 è disponibile anche a San Francisco, dove è stato implementato un sistema di pagamento vero e proprio.

Abbiamo chiesto a Paolo Dobrowolny più informazioni su MonkeyParking.

Daniel Barranger: Come funziona e come vi è venuta l’idea di MonkeyParking?

Paolo Dobrowolny: L’idea è nata dalla sensazione provata quando stai cercando parcheggio e chiedi a un passante se sta per lasciare il posto. Se lui ti risponde “sì”, la felicità che provi ad aver risparmiato ore a girare per cercare parcheggio è immensa. Volevamo ricreare un’app che funzionasse allo stesso modo e che potesse ampliare la tua domanda “scusa esci?” a tutte le persone nella zona.

Quando ricevi un’offerta che ti interessa, puoi metterti d’accordo con l’altro autista

L’app ti permette infatti di segnalare dove hai parcheggiato la macchina. Da quel momento inizi a ricevere notifiche da chi è disposto a pagare per avere il tuo posto macchina. Quando ricevi un’offerta che ti interessa, puoi metterti d’accordo con l’altro autista e cedere il tuo parcheggio.

Gli utenti che richiedono il parcheggio vedono solo la loro offerta e per adesso non c’è un sistema di asta vero e proprio. I prezzi variano dai 5$ ai 10$ all’ora.

DB: Avete lanciato l’app a Roma, poi il servizio a pagamento è arrivato a San Francisco. Quali saranno le prossime città?

PD: Ci sono arrivate molte richieste da parte di utenti di lanciare l’app anche in altre città. Noi abbiamo organizzato un contest sul sito dove puoi votare la tua città, per far arrivare prima l’app.

Per ora, le capoliste sono New York e Boston, ma ci sono anche richieste europee come Berlino e Amburgo. Inoltre, a Roma, dove è già presente il servizio, stiamo per integrare la possibilità di pagamento in app, finora assente.

DB: Come rispondete alle critiche verso il servizio e a chi ha ipotizzato che l’app creerà il parking squatter, ovvero persone che occupano i parcheggi fino a che qualcuno non offre la cifra stabilita?

PD: Con MonkeyParking, c’è uno scambio di informazioni, non stiamo rivendendo “suolo pubblico”. Inoltre, con l’app c’è un beneficio reale per la città: evitare di girare alla ricerca del parcheggio significa meno traffico e meno inquinamento

L’obiettivo è di inserire uno storico per avere un metro di valutazione più efficace e identificare chi fa un uso scorretto dell’app.

Una delle caratteristiche che vogliamo implementare a breve è un sistema di rating più completo. Adesso già ne abbiamo uno, basato su cinque banane, per valutare uno scambio di parcheggio. L’obiettivo è di inserire uno storico per avere un metro di valutazione più efficace e identificare chi fa un uso scorretto dell’app.

Ci sono tantissimi servizi che funzionano benissimo con il sistema delle cinque stelle, vedi i vari eBay, TripAdvisor. Oppure, nella stessa San Francisco, ci sono Uber o Lyft che danno passaggi invece che parcheggi. Io ho usato Uber e con gli autisti a cinque stelle mi sono sempre trovato bene, così come con altri servizi.

In futuro, potremmo anche introdurre altre funzioni, come un vincolo che ti impedisce di scambiare più di un posto all’ora, per evitare che questo diventi un lavoro, come qualcuno ha ipotizzato.

DB: A quando la versione Android?

PD: Sappiamo che è la piattaforma più diffusa e ci stiamo lavorando. L’idea è quella di consolidare prima l’app per iOS, che è ancora in beta, e poi rilasciare quella per Android. Tra un mese o due vorremmo far uscire l’applicazione per il sistema operativo di Google.

MonkeyParking è il futuro del parcheggio urbano?

Dobrowolny non ci ha fornito dati sulla base di utenti di MonkeyParking, dato che è ancora volubile e in fase di espansione.

Quel che è certo è che l’app può funzionare in maniera equa solo se la community di utenti usa il servizio in entrata e in uscita, e con l’unico scopo di ottenere una specie di rimborso per il pagamento dello stazionamento nella zona a striscia blu e non come una fonte di guadagno.

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