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App per il fitness e geolocalizzazione: rischi o vantaggi?

App per il fitness e geolocalizzazione: rischi o vantaggi?
La redazione di Softonic

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Le fitness app sfruttano la geolocalizzazione nativa sui dispositivi mobile per tracciare i movimenti effettuati e fornire statistiche utili alla tua forma fisica e al tuo benessere. Ma ci sono rischi per la nostra privacy?

Uso Moves tutti i giorni. Da quando, circa un anno fa, ho scaricato questa app per iOS e Android, che traccia i tuoi movimenti a piedi, in bici, sui trasporti pubblici e privati, è diventata un punto di riferimento sul mio iPhone.

Riguardando le mie statistiche giornaliere l’altro giorno, mi sono resa conto di una cosa assolutamente ovvia: Moves ha tracciato ogni movimento che ho fatto l’anno scorso.

Il verde indica un percorso a piedi, mentre il grigio è il trasporto pubblico.

Se le app indossabili e le app per il fitness erano una moda passeggera e stanno diventando una realtà quotidiana, l’introduzione della localizzazione della posizione e il routing (calcolo dei percorsi) è stata quasi inevitabile. Tra l’altro, lo scandalo causato l’anno scorso dall’attività di spionaggio della NSA (Natural Security Agency) riguardavano il tracciamento di attività online o su dispositivi mobili. Le app per il fitness e la localizzazione della posizione, tra l’altro, sono pensate per tracciare le tue attività, in particolare di quelle che fai offline.

A questo punto, possiamo supporre che nessun dato sia immune a questo potenziale spionaggio, il che mi porta a chiedermi se la tracciabilità fisica sia un fenomeno preoccupante. È vero che i rischi potenziali delle app che tracciano attività offline superano i benefici? Per farmi un’idea più chiara, ho deciso di esaminare Moves nei dettagli.

Traccia tutti i miei movimenti

Per quanto riguarda le app per il fitness e quelle indossabili, Moves, nata come activity tracker, ha un approccio più casuale per tenere traccia dell’attività fisica. Si può tenere comodamente in tasca e utilizza lo smartphone per localizzare la posizione, calcolare la distanza percorsa ogni giorno e le calorie bruciate, o fare una mappatura di tutti i tuoi viaggi precedenti. A questo punto però le cose si complicano un po’.

Toccando l’icona verde si ottengono informazioni sui passi, la distanza o le calorie.

Vengono mappati e salvati sull’app anche i percorsi dei viaggi che faccio quotidianamente. Il percorso che faccio per andare al lavoro, il tempo che passo in ufficio, il bar dove vado dopo il lavoro, fino al momento in cui arrivo a casa – Moves conosce ogni mia mossa. Mi dà la possibilità di salvare i posti dove vado più di frequente, ma anche senza un’etichetta non sarebbe difficile guardare i miei viaggi precedenti per rendersi conto che vado e vengo dagli stessi posti (lavoro e casa), approssimativamente alla stessa ora.

Cliccando su un giorno appare un riassunto con una mappa dei viaggi effettuati nella data selezionata.

Visto che l’app contiene uno storico dei dati, questi devono essere immagazzinati da qualche parte. Una domanda sorge spontanea: dove vengono salvati questi dati e come vengono gestiti?

Norme sulla privacy e condivisione dei dati

Dopo aver dato un’occhiata alle norme sulla privacy, ho parlato con il CEO di Moves, Sampo Karjalainen, per avere delucidazioni su come vengono usati i dati dell’app.

Le norme sulla privacy di Moves prevedono che i dati dell’app siano caricati dal tuo cellulare ai server, che contengono i dati personali, tramite una connessione sicura. I dati dei singoli utenti vengono localizzati assegnando un numero di ID al tuo telefono, o via email se decidi di registrarti in questo modo.

I canali di comunicazione che trasmettono i tuoi dati vengono crittografati, pertanto non saranno ceduti a terze parti senza il tuo consenso.  Tuttavia, anche con queste precauzioni volte a tutelare quanto più possibile i dati degli utenti, nulla è garantito.

Il tuo indirizzo email è collegato all’account Moves

Secondo Karjalainen, l’utilizzo dei dati è esclusivamente finalizzato a migliorare il funzionamento dell’app:  “Abbiamo sviluppato i nostri algoritmi in modo che l’app possa tracciare accuratamente i movimenti, e usiamo i dati e le attività per migliorare questi algoritmi e poter offrire, quindi, un servizio più accurato”.

Karjalainen assicura che sono consapevoli del fatto che i dati raccolti da Moves sono sensibili e che prendono “ogni misura precauzionale possibile” per garantirne la sicurezza.

Anche un’altra app per tracciare le attività, Human, considera la privacy un aspetto molto importante. Il CEO Renato Valdés Olmos ha affermato che cercano di far rispettare una normativa sulla privacy guidata da criteri etici e sono consapevoli della natura sensibile dei dati trattati.

Facendo un ulteriore passo avanti, Human mette l’utente in condizione di scegliere. “Riteniamo che gli utenti debbano avere il controllo dei loro dati, quindi rendiamo anonimi tutti i dati in back end. Non c’è modo che singoli utenti possano connettersi ai dati, a meno che non siano loro stessi a richiedere l’informazione”, dice Olmos.

In modo analogo a Moves, Human utilizza i dati di localizzazione della posizione per migliorare l’app.

Meno pericoloso che tracciare l’attività online

Al momento sembra che tutti, compresa la sottoscritta, siano meno preoccupati del tracciamento delle loro attività offline che di quelle online. Perché? Ha senso se consideriamo il fatto che si trovano molte più informazioni personali online di quante se ne possano dedurre dalla posizione geografica di una persona, almeno in teoria. Karjalainen è d’accordo. “Credo che i rischi siano maggiori utilizzando un servizio come Gmail, in cui ci sono molte più informazioni private e personali.”

Osserviamo Moves: l’unica informazione che dev’essere fornita è la posizione e, se si vuole, l’indirizzo email. Non vengono condivise informazioni demografiche, dati bancari o messaggi privati.

In ogni caso ci sono dei rischi derivanti dalla condivisione di qualsiasi tipo di informazione personale su canali online, se consideriamo il fatto che praticamente tutte le nostre attività online o da dispositivo mobile sono potenzialmente rintracciabili.

Perché le app come Moves non dovrebbero essere interessate da questo tipo di spionaggio? Infatti potrebbero. A pensarci bene, la geolocalizzazione è esattamente il tipo di informazioni a cui sarebbero interessate le agenzie governative.

Tuttavia, come fa notare Olmos, i nostri dati sono al sicuro fino a quando la società che li gestisce è sicura. App come Moves e Human prendono sul serio la privacy, permettendo ai loro utenti di stare più tranquilli.

Alla fine quello che emerge è la scelta consapevole di condividere informazioni. Come fa notare Karjalainen, “la decisione di usare queste app è una scelta personale“, e non si può essere rintracciati con Moves se non lo si usa. Se si è veramente preoccupati di essere localizzati, è sufficiente chiudere Moves, o non usarlo affatto, per fermare il servizio di localizzazione. In realtà, la NSA (National Security Agency) americana non ha bisogno di Moves per scoprire dove sono gli utenti.

I vantaggi superano i rischi

Mi piace avere la possibilità di vedere dove sono stata e quanto ho camminato, specialmente quando viaggio. Un pericolo più concreto del fatto di essere localizzata da un’agenzia governativa è che qualcuno mi rubi lo smartphone e rintracci la mia posizione, ma sembra che il personale di Moves sia disponibile ad aiutarti in casi come questi. Karjalainen ricorda un episodio in cui hanno lavorato con la vittima di un crimine, collaborando con le autorità per risolvere un caso, seppure senza successo.

In poche parole, i vantaggi di usare Moves si sono rivelati molto più convincenti di qualsiasi dubbio io potessi avere.

Il mio record di tutti i tempi è stata una camminata di 21.2 km a Budapest.

Se guardiamo Moves, Human ed altre app di fitness, sembra che la localizzazione e il calcolo dei percorsi costituiscano dei grandi vantaggi per gli utenti, più importanti del costo di condividere queste informazioni. Lo stesso Karjalainen crede che non ci sia niente di male a condividere queste informazioni, perché ritiene che il beneficio di questo servizio sia maggiore dei rischi che comporta. Dichiara infatti che “queste funzioni di localizzazione sono native dei dispositivi iOS e Android; Moves sfrutta questa funzione per renderla utile ed accessibile alla gente.”

Però, visto che queste app di fitness sono integrate con altre informazioni di carattere personale, esercitare il buon senso, anche online, non può far male. Visto che queste app, e i relativi hardware, continuano a saturare il mercato, sarà interessante vedere se sorgono altri problemi riguardanti la privacy.

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[Adattamento di un articolo originale di Zuzanna Blaszkiewicz su Softonic EN]

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