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“Cos’è questo?”: chiedere con Jelly è più divertente che cercare su Google

“Cos’è questo?”: chiedere con Jelly è più divertente che cercare su Google
Fabrizio Ferri-Benedetti

Fabrizio Ferri-Benedetti

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Fare delle buone domande è un’arte. Con Jelly, chiedere è facile: basta scattare una foto, disegnare e inviare ai tuoi amici. Tutto in pochi secondi. Lo abbiamo provato per te.

Jelly è una nuova applicazione per Android e iPhone creata da Biz Stone, il fondatore di Twitter. Il suo scopo è quello di consentire alle persone di aiutarsi a tra loro facendo domande e fornendo risposte. È visivo (con foto e disegni), social (si collega ai social network) e gratuito.

Per darti un’idea del tipo di problemi che Jelly punta a risolvere, ti farò un esempio di una situazione che mi capita spesso. In questo modo vedrai che esistono delle domande alle quali i classici motori di ricerca come Google non sono in grado di rispondere.

Un tipo di domanda a cui Google non è in grado di rispondere

Pochi giorni fa stavo passeggiando per Barcellona quando, passando per una via a me sconosciuta, ho notato un edificio alquanto singolare. Il suo stile mi era familiare ma non avevo informazioni. Volevo saperne di più, ma il motore di ricerca non era di grande utilità: con l’indirizzo uscivano solo mappe, guide e negozi. Per non parlare della ricerca, che mostrava immagini di torte invece di edifici.

L’edificio che ho visto in una strada di Barcellona. Bello, vero?

Avrei potuto chiedere ai miei contatti di WhatsApp, ma quale? Sebbene avessi un architetto nella mia rubrica, le probabilità che questo conoscesse l’edificio erano davvero scarse. Inoltre, non mi andava di disturbare i miei amici con una domanda così banale.

Ho cercato l’edificio su Google Immagini e questo è stato il risultato…

Avevo trovato un problema che nessun motore di ricerca era in grado di risolvere. Sarei dovuto andare in una biblioteca pubblica. Per il mio smartphone quello sarebbe stato un bello schiaffo morale. Se avessi avuto Jelly, tuttavia, avrei potuto inviare una foto ai miei contatti alla ricerca di una risposta…

Puoi inviare le domande ai tuoi amici e agli amici dei tuoi amici

Vuoi sapere qualcosa? Scatta una foto e chiedi ai tuoi contatti. Ecco come funziona Jelly. Ci vuole solo una manciata di secondi. Nel mio caso, ho fatto una foto all’edificio su Google Street View e l’ho pubblicata con una domanda: “Chi ha costruito questo edificio?”. Per essere più chiaro, ho disegnato una freccia rivolta verso il palazzo.

La mia domanda viene visualizzata dai miei amici di Facebook e Twitter e dagli amici dei miei amici, ma solo all’interno dell’applicazione. Se qualcuno conosce la risposta, può inviarla inserendo del testo o delle immagini sulla foto da me spedita (per esempio, sottolineando qualcosa che non avevo visto). In caso contrario, è possibile ignorare le domande o inoltrarle a qualcuno che potrebbe conoscere l’argomento.

I contatti possono votare le risposte con “mi piace”, aumentando così la loro visibilità. Allo stesso modo, è possibile segnalare le risposte o le domande non appropriate. Questo impedisce, ad esempio, che quesiti stupidi, volgari od offensivi ottengano popolarità.

Vuoi aiutare? Jelly visualizza le interazioni nella schermata principale: le domande appaiono con un movimento verso il basso, mentre le risposte scivolano in orizzontale. Si tratta di un sistema pratico e intuitivo, ma non permette di tornare indietro. Quindi, se escludi una domanda, dovrai far scorrere il dito molte volte.

Forse in futuro Jelly offrirà più opzioni, come brevi video in stile Vine, un sistema di tag e categorie o delle opzioni di filtraggio. Anche lo strumento di disegno può essere migliorato. Infine, l’assenza di alcuni network, in particolare Google, non consente all’applicazione di usufruire di tutti i contatti. Sono cose che verranno risolte, se Jelly avrà successo.

Un’idea interessante, ma tutto dipende dalla comunità

Visiva e sociale: al giorno d’oggi è tutto così. I creatori di Jelly hanno pensato che anche la ricerca poteva seguire questa linea. Hanno preso la dimensione sociale di un sito come Quora, in cui esperti e VIP rispondono a tutti i tipi di domande e l’hanno mescolata con l’immediatezza di Snapchat e Vine. In Jelly tutto è veloce: le domande, le risposte, i voti.

Purtroppo, il contenuto dell’applicazione è banale. Sarà per il formato o per la giovane età del servizio, ma la qualità delle domande è sconfortante. Alcune persone chiedono se i ravioli sono al dente, altri fanno foto degli oggetti sulle loro scrivanie, mentre qualcuno carica disegni con frasi brillanti e a volte offensive. Questa non è necessariamente una cosa negativa: Jelly non aspira a essere Wikipedia.

In fin dei conti chiedere non è altro che un modo per condividere e divertirsi, cosa che Jelly pretende sin da subito. Vederlo come il punto d’incontro della conoscenza umana sarebbe inappropriato: Jelly si avvicina di più a Tumblr, con la sua successione di immagini carine e misteriose, piuttosto che alla serietà di Quora. Le immagini e le risposte fanno sorridere e pensare, ma la conoscenza è limitata e gli utenti, per ora, sono pochi.

Se hai un dubbio da proporre in formato visivo, vale la pena provare a inviare la tua domanda via Jelly. Se ti annoi, sfogliare le domande e le risposte potrebbe essere divertente e, a volte, istruttivo. Non dimenticate di mettere “Mi piace” e “Non mi piace” dove lo ritieni necessario, ma soprattutto, cerca di rispondere solo se hai qualcosa di utile o di divertente da dire, la tua reputazione nella comunità di Jelly dipende dalle tue risposte.

Che domanda invieresti tramite Jelly?

[Adattamento di un articolo originale di Fabrizio Ferri-Benedetti su Softonic ES]

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