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Mac OS X 10.7 Lion: le novità

Pier Francesco Piccolomini

Pier Francesco Piccolomini

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Lion logoIl nuovo sistema operativo Macintosh, già conosciuto più semplicemente come Lion, verrà presentato ufficialmente (da Steve Jobs in persona!) alla WWDC 2011 di oggi 6 giugno. La promessa della Apple per questa nuova release di Mac OS X è di unire il meglio del mondo Mac con il meglio del mondo iPad, creando un sistema operativo potente e flessibile ma anche estremamente semplice da usare. E lo scopo dell’azienda californiana sembra essere stato raggiunto: Mac OS X 10.7 infatti avvicina l’utente al suo computer con un’interfaccia molto più “diretta” di come è stata fino ad oggi.

Il trackpad diventa il cuore del controllo dell’intera UI del Mac, e il workflow ne risente positivamente. I gesti con cui controlli la maggior parte delle attività sono istintivi, e imparare ad usarli con disinvoltura è questione di pochi minuti. Le gesture previste per il trackpad funzionano anche per il Magic Mouse, ma ovviamente la resa non è la stessa, sia per le dimensioni e per la forma del primo (ovviamente più adatte per questo scopo), sia perché il topino wireless della Apple non è esattamente il miglior prodotto sfornato a Cupertino.

I test a cui abbiamo sottoposto il nuovo OS hanno dato buoni risultati, e anche se, almeno per ora, non si può parlare di rivoluzione epocale, le nuove idee che popolano Mac OS X 10.7 ci sono piaciute parecchio. Per essere precisi, ciò che colpisce di più è il modo con cui le funzioni sono accessibili, perché accorciano improvvisamente la distanza tra utente e computer. La sensazione è che questo nuovo modo di intendere l’interfaccia utente, incentrato sulla tecnologia multi-touch, diventerà presto la strada maestra dell’informatica consumer. Ma ora diamo un’occhiata ai dettagli delle novità.

Launchpad: l’applicazione è servita

launchpad

launchpad cartella

È il prestito più evidente di iOS a Mac OS X. Questo nuovo modo di accedere a tutte le applicazioni è molto più pratico di quello “vecchia scuola”, perché è accessibile in ogni momento qualunque cosa tu stia facendo. Launchpad si attiva sia dal Dock che con un “buffetto” a 5 dita sul trackpad, una gesture sorprendente, e l’applicazione da lanciare, ovviamente, si sceglie con un click. Questo launcher si candida a diventare una delle novità più caratteristiche di Lion, e forse anche una delle più amate. Noi, dopo averlo usato tre volte, non potevamo già più farne a meno.

Applicazioni full screen

Safari full screen

La nuova visualizzazione a schermo intero delle applicazioni consente l’ottimizzazione dello spazio disponibile sul monitor. Muovendo tre dita a destra e a sinistra sul trackpad si passa da un’app full screen all’altra, e si accede alla scrivania e alla Dashboard. Il bello di questa feature è la possibilità di visualizzare i programmi nel modo più conveniente senza rinunciare alla possibilità di passare da uno all’altro in un istante. Da un punto di vista “filosofico” è una funzione che ricorda molto Spaces, ma l’uso è adesso molto più istintivo e flessibile.

Safari, il browser maneggevole

Grazie alla possibilità di navigare nella cronologia dei tab, la navigazione di Safari è in Lion molto più fluida. Se vuoi tornare ad una pagina precedentemente visitata, infatti, basta sfiorare con due dita il trackpad verso sinistra. Facendo la stessa cosa, ma verso destra, ottieni ovviamente il risultato opposto. E così si può dire finalmente addio alle frecce Vai alla pagina precedente e Vai alla pagina successiva. Purtroppo questa funzione non è disponibile anche per browser di terze parti, come Chrome o Firefox. Speriamo però in qualche futuro plugin.

Chi cerca trova

Spotlight anteprima Mail

Spotlight, con Mac OS X 10.7, si è trovata improvvisamente corredata di una nuova funzione: la preview. Questa feature è molto utile, e migliora ulteriormente la già ben rodata tecnologia di ricerca di Mac OS X. Quando cerchi un documento o un’email, infatti, avere un’anteprima rapida a disposizione ti fa risparmiare tempo, e ti permette di non aprire applicazioni (magari anche imponenti) solo per controllare il contenuto di un file. Un toccasana per il flusso di lavoro.

Tutto sotto Control

mission control

Mission Control è una versione migliorata (e più elegante) di Exposé. Trascinando tre dita verso l’alto sul trackpad hai un colpo d’occhio esatto di tutte le applicazioni e tutte le finestre aperte sul tuo Mac. Da questa visuale “privilegiata” puoi scegliere con un click la finestra che ti serve. Anche in questo caso la novità non è tanto la funzione, a cui più o meno eravamo abituati, ma la facilità con cui puoi accedervi. Personalmente non avevo mai usato Exposé, mentre Mission Control è già diventata una funzione essenziale del mio workflow.

Auto Save e Versioni: salvare è roba vecchia

versioni

Auto Save è un’altra piccola ma preziosa testimonianza di uno spostamento verso un’era nuova. Salvare i documenti su cui lavori, infatti, non è più necessario, perché questo avviene automaticamente.

E se vuoi tornare ad una versione precedente del tuo file, con la funzione Versioni avrai accesso a tutte le… be’, versioni salvate. Grazie ad un’interfaccia praticamente identica a quella di Time Machine puoi ripristinare un documento così come era ore o giorni prima, o copiare ed incollare parti di versioni precedenti di esso sulla più recente. Per accedere a Versioni basta aprire il menu a tendina che compare su ogni file in alto a sinistra dopo il primo salvataggio (si nota in grigio la voce Modificato).

Il reboot gentiluomo

Sempre nell’ottica di facilitarti la vita, Lion offre Resume, una funzione che ricorda lo stato del Mac prima di un riavvio e, al boot successivo, ripristina quella stessa condizione. Se hai molte applicazioni aperte ed è improvvisamente necessario un reboot (magari per via di una nuova applicazione installata), il fatto di non dover salvare uno per uno tutti i file su cui stai lavorando è un bell’aiuto, e lo è anche ritrovare quel PDF di 700 pagine aperto proprio nel punto dove eri arrivato a leggerlo.

You’ve got Mail

mail 5

Il nuovo Mail (versione 5) ha lo stesso layout del suo omologo per iPad, gradevole e funzionale. La nuova organizzazione promette di sfruttare al massimo il widescreen 16:9 del Mac, ed effettivamente l’impressione è di un certo guadagno di spazio, specialmente in modalità full screen. Il raggruppamento per conversazioni (un’altra nuova feature) è un tipo di organizzazione dei messaggi che può piacere o non piacere, ma probabilmente alcuni la troveranno comoda. Personalmente la ritengo razionale solo sulla carta, mentre all’atto pratico crea una specie di “caos dal volto umano” da cui mi districo sempre a fatica.

Air Drop

Air Drop

Un’applicazione coerente con l’idea di fratellanza digitale insita nel marketing di Apple, grazie a cui puoi individuare in un attimo tutti gli utenti Mac nei paraggi e scambiarti con loro file in wireless. Come da manuale non è richiesta nessuna configurazione, e tutto funziona a colpi di drag and drop. Una funzione utile in ambienti in cui convivano molti Mac, e forse anche per rimorchiare in biblioteca, ma quest’ultimo test non è stato ancora effettuato.

Pier Francesco Piccolomini

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